Lo storytelling come linguaggio di markup

Non so se lo sai, ma le pagine web sono scritte in linguaggi semplici e potenti che dicono al browser come far vedere i contenuti. Si chiamano markup language e non sono veri linguaggi di programmazione, ma evolvendosi hanno permesso, come dice Fabrizio Ulisse di Vudio “la più grande conquista di chi progetta siti: la separazione tra contenuto, struttura ed estetica”. I più noti e usati sono l’HTML e il CSS. Questi ultimi, detti anche fogli di stile, invece di ripetere le annotazioni decine di volte nelle pagine le raggruppano in un posto solo. Comodo, no? Quando aprendo una pagina vedi dei pezzi di codice vuol dire che c’è qualcosa che non va: sono istruzioni per il browser, non informazioni per chi lo usa.

Il modo più efficace oggi di usare lo storytelling per un prodotto o un brand è vederlo come un linguaggio di markup. semplificando (gli amici geek mi perdoneranno) di vederlo come il foglio di stile di quel brand. Esattamente come con il codice, se si vede, non funziona: se lo fai vedere tu, se lo esibisci, se lo espliciti, stai uscendo con le calze smagliate, ma apposta.

Cosa vuol dire, in pratica, usare lo storytelling come markup [era: come foglio di stile]? Vuol dire prendere i fatti e montarli usando gli strumenti della narrazione: la trama, i personaggi, il conflitto, l’arco di trasformazione, i luoghi, i linguaggi, gli snodi narrativi, i colpi di scena, i doppi e tripli livelli di lettura, insomma tutto quello che ci fa restare attaccati a un libro o a un film o a un videogioco.

Il prodotto e l’azienda, in questo percorso, non sono protagonisti, ma sono rispettivamente l’oggetto magico o il tesoro e l’aiutante, figure molto familiari a chi ha studiato semiotica o narratologia, ma anche molto facili da studiare e da capire.

Una volta messo a punto il markup narrativo, seguendo per la core-story lo schema struttura-contenuto-presentazione, lo usiamo come riferimento per ogni singolo aspetto della comunicazione aziendale, dalla targhetta sulla porta alla convention passando per il negozio e il packaging fino allo spot. Perché è soprattutto a questo che serve lo storytelling: a creare un mondo narrativo intorno al prodotto, non solo a raccontarlo.

Update: il sopra citato Fabrizio mi ha convinto che lo storytelling è più HTML che CSS, quindi ho fatto delle modifiche al post

Ci sono 4 commenti

  1. Uscire con le calze smagliate e farlo apposta. Dopo questa frecciata, dritta al cuore (degna di Cupido), sto in castigo a meditare. Mi farà di certo bene. Poi mi ripiglio e approfondisco il resto. Grazie!

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