Penso capiti a tutti, ma mi fa impressione lo stesso continuare a pensare ai miei coetanei come «gli adulti» e a me stessa come una ragazzetta sventata, seppure acciaccata e con le rughe. A 16 anni pensavo che a 43 si fosse più o meno anziani e per questo sono terrorizzata all’idea di raccontare Internet agli studenti di un liceo scientifico, ma ormai è fatta, l’impegno è preso, toccherà sfangarla.
L’occasione è l’invito del Gruppo Hera di partecipare come docente all’iniziativa «Un pozzo di scienza»: lunedì mattina alle 8:30 questa tardona digitale si chiederà in cattedra se “I social network sono una buona fonte di informazioni? Conoscerne pregi e difetti per costruire una comunicazione efficace”. Questa la traccia del mio intervento:
I nostri avi imparavano gli uni dagli altri, i nostri nonni imparavano dai libri, noi impariamo mettendo a confronto una pluralità di fonti senza avere più punti di riferimento precisi. Informarsi oggi significa prima di tutto trovare e scegliere le proprie fonti, mettendole in discussione continuamente e senza sacrificarne nessuna. Per comunicare con efficacia dobbiamo prima di tutto capire come noi per primi filtriamo le comunicazione altrui, che siano dei media tradizionali, degli autori, dei politici o dei nostri pari.
Non so come ne uscirò, per fortuna ho l’ultimo libro di David Weinberger da saccheggiare.
Update: slide e video
Bello.
Com’è andata?